22 novembre 2009

Lejos

Lontana dai condizionamenti.
In un altro stato, un'altra città, un'altra casa, coinquilini al posto della famiglia e conoscenti al posto degli amici.
Altra lingua, altro cibo, un gatto nero e 30 gradi a Novembre.
Ora ho deciso di ascoltarmi.
Ora che non ho piu bisogno di obbligarmi a fare la cosa giusta.
La razionalità a suo tempo mi ha salvato dall'abbisso, dalla depressione, dal perdere la testa, suicidio.
Ora però stava diventando essa stessa una nuova gabbia. Una nuova malattia.
E quindi fanculo, me ne libero, e ora che sto bene con me stessa posso ascoltarmi senza paure, sentire quello che veramente provo, quello che voglio...
Ho fatto delle belle scoperte già, in questo semplice modo.
Ho trovato cassetti chiusi tanto tempo fa, con dentro sentimenti ancora intatti. Amore, paura, sonno.
Continuo a comportarmi razionalmente, perchè ho imparato ormai tanto tempo fa a chiedermi quale fosse la cosa giusta da fare prima di prendere una decisione.
Ora faccio anche un'altro passo però: mi chiedo cosa voglio davvero.
C'è chi ne ha giovato e chi ne sta soffrendo.
Io so solo che sto davvero con me stessa, ora.

27 agosto 2009

TVB

A. non è una brutta persona. E' carina, intelligente nella media, simpatica e affettuosa. Troppo affettuosa. In maniera imbarazzante. Ti dichiara il suo affetto apertamente, a lettere grandi e fin troppo nitide. Non che sia una cosa sbagliata, ma non ne vedo la necessità. C'è bisogno di urlare ai quattro venti che ci si vuole bene? L'amicizia ha davvero bisogno di essere stampata su manifesti appesi a tutti i muri? Io credo che basti portarsela con sè, accartocciata come un volantino in una borsa. Quando c'è, c'è. E se ancora non c'è, bisogna lasciarle il tempo di nascere, senza forzarla. Dopo i quindici anni dire a qualcuno che è il tuo migliore amico francamente lascia il tempo che trova.

20 agosto 2009

Regna Bastoni

Il caldo esagerato mi impedisce di dormire, così penso, penso ancora un po', mi alzo e mi metto al computer per scivere un po' sul blog. Fatico un po' a ricordare la password; quando finalmente la azzecco, ho la sensazione di affacciarmi a una finestra che si apre su una piazzetta di provincia. Quattro vecchi post annoiati che giocano a tresette, nessun turista, e qualche pettegola che passa periodicamente per farsi gli affari miei.
E' proprio giunta l'ora di traslocare...

6 aprile 2009

Richter 6.7

Un'ora fa mi sono tremati tutti i muri, la libreria, la porta si è mossa, maledetto terremoto.
Sensazione nuova per me, non l'avevo mai sentito.
Mi è mancato il fiato.
E ora che mi ero decisa ad andare a dormire, un'altra scossa. Piccola piccola, ma chi dorme più?
Il pavimento che ondeggia e tutti i mobili, muri, oggetti che vibrano, e non puoi fare niente.
E' panico e impotenza insieme.

1 aprile 2009

Il portatile è voluto venire a letto con me.

Mi manca un incipit per questo post, ne ho cancellati già quattro. Strano, per me che scrivo sempre di getto.
C'è solo un cosa che mi ronza in testa, e finchè non la caccio non posso dormire, e se non dormo domani non mi alzo e perdo il treno e non vado a lezione e quindi mi tocca trovarla.

Tra qualche mese me ne vado in Spagna.

La cosa non mi desta preoccupazioni; non mi appartengono quei discorsi tipo"ci vuole coraggio per andarsene - ma non hai paura - e se ti trovi male - beata te che te la senti".
Sono così distanti da me, che non riesco neanche a capirli. Di cosa dovrei avere paura? Coraggio per fare cosa esattamente? E non mi sto vantando, anzi. A forza di sentirmi dire ste cose , me sento un po' un'incosciente, una di quelle che prende e parte e chissà dove va.
Vabbè, fico però.

A me la scelta di partire ha scatenato un altro tipo di pensiero fisso, anzi due.

Il primo è sulla lingua. Mi esercito mentalmente a tradurre ogni cosa che dico in spagnolo, per verificare se la so dire bene. E continuo a sognare un'altra me stessa che mi parla in spagnolo e io che ci rimango male perchè non capisco cosa dica. Sogno dalla difficilissima interpretazione. Sibillino, direi.

Il secondo pensiero fisso è su chi resta qui: amici, parenti, amanti e conoscenti.
C'è stato momento in cui, all'improvviso, ho preso consapevolezza che i miei rapporti con loro si sarebbero interrotti, perchè, nonostante la buona volontà e le tecnologie, la quotidianetà viene per forza meno quando si è all'estero.
Ed ho fatto mia questa insulsa banalità: i rapporti moribondi moriranno, ma quelli vivi e motivati trarranno nuovo vigore dalla difficoltà, e dopo saranno più belli di prima.

Amen e buonanotte.

Ricordando a tutti che queste banalità sono semplici da dire, ma farle proprie (con un vero percorso interno) è più difficile di quanto sembri. E non da' neanche soddisfazione, perchè uno arriva alla fine, racconta cosa è riuscito a capire/fare, e si sente rispondere " ma è ovvio, è banale".
Diffidate di chi adula le vostre banalità: o è un idiota o è un leccaculo.

Vi benedico tutti.

Ah, in particolare benedico tutti quelli che, anche se gli costa molto, mi hanno spinto a partire, per il mio bene. Grazie, perchè è da qui che si vede l'amore, quello vero, quello disinteressato.

Ed ora ite, missa est.

22 marzo 2009

Voglio proprio dirtelo:

Più andrò lontano e più ti porterò dentro di me.

22 febbraio 2009

Ma l'antidoto, qual'è?

Fuori dal centro commerciale, una ragazza si fuma una sigaretta.

Esce un tizio, le si ferma davanti ed esclama:

"Scusi, ma lei quante sigarette fuma al giorno?
Ma non lo sa che il fumo fa male?
Perchè si fa del male così?
Allora, mi risponda, quante sigarette si fuma lei?"

"Bhe, un paio, ma scusi, lei chi ..."

"Non ci credo.
Ma non lo sa che il fumo uccide?
Percè tutti cercano di farsi del male?
Perchè il mondo è così dannatamente orribile?
E PERCHE' IO SONO COSI' IRREMEDIABILMENTE DEPRESSO???
Ma soprattutto, mi dica, qual'è la soluzione, eh?
QUAL'E' L'ANTIDOTO!?!?!"

"Guardi, ehm, non saprei..."

"E perchè lei ha un rapporto erotico con la sigaretta?"

"No scusi, ora sta esagerando, io non ho nessun rapporto erot..."

"MI SCUSI, MA LEI E' ALBANESE!?"

"No."

"Beh, complimenti, parla un ottimo italiano. Arrivederci."

E se ne va.

27 gennaio 2009

Un ragazzo entra in edicola, guarda la donna dietro al bancone e chiede:

"Scusi, cell'ha la rivista che esce in edicola?
"








Sul serio.

23 gennaio 2009

Triennale

Si chiama Laurea Triennale perchè, giusto o sbagliato che sia, andrebbe presa in tre anni.

Ora: il primo anno sono partita un po' a rilento, che dovevo capire bene come funzionasse.

Il secondo anno invece ho fatto quasi tutti gli esami che mi ero prefissata, se non fosse per i mesi spesi negli scavi, che comunque non è tempo perso ma esperienza e curriculum.

Questo terzo anno i miei propositi erano di fare ancora di più.
Ma come faccio a fare 14 esami se i prefessori se ne vanno, muoiono, mi spariscono le materie, non mia arrivano i libri, e, dulcis in fundo, l'altroieri mi è venuta un'influenza fortissima e Lunedì ho un'esame?
Con tutto il rispetto per la categoria, ma porca puttana.