5 dicembre 2006

Passiamo la vita ad arrampicarci sugli specchi, eppure non ci riusciamo lo stesso.



Solitamente tendo a restare in piedi qualsiasi cosa accada. Ho imparato tanto tempo fa a galleggiare sopra i problemi, senza annegare in essi.
A volte sto un po' più su, a volte sto un po' più giù, a volte sto quasi perfettamente al centro.


************************************************
*****************************B******************
*************************I********R*************
****E***************L****************I**********
********Q*******I************************O******
************U***********************************
*************************************************

In questo momento va praticamente tutto bene, tutto ok, tutto a posto, tutto a meraviglia. Tutto tranne 1 (una sola) cosa, che spero, in un modo o nell'altro, si risolva presto. Ma va bene così, almeno un problema, grosso o innocuo che sia, devi esserci, per ricordarci che in fondo stiamo vivendo sempre la solita vita, che l'assenza di casini è solo momentanea. Se tale assenza fosse completa, potremmo credere che sia uno stato che può continuare nel tempo, potremmo seriamente illuderci di poter essere felici. E quando poi la vita ritorna, il colpo allora sarebbe ancora più difficile da attutire.
Perchè davvero la vita è un pendolo che oscilla incessantemente tra la noia ed il dolore, passando attraverso l'attimo fugace, e per lo più illusorio, del piacere e della gioia. E non sono pessimista (nè io ne' tantomeno Schopenhauer); come dicono tutti i pessimisti, sono solo realista.


Nessun commento: