15 febbraio 2007

Mater Stoltorum...

Che Cicerone scrivesse un latino divino spero non ci sia neanche bisogno di sottolinearlo.
Coloro che si trovavano nella situazione di dover rispondere alle sue lettere, dovevano trovarsi certo in imbarazzo per via del inevitabile confronto letterario.

Forse proprio per questo scrivono delle amenità da idioti, quali le seguenti.



Matius, al termine di un cavilloso ragionamento su chi fosse più conveniente appoggiare nella guerra tra Antonio ed Ottaviano, conclude con

sed non agam astute; fateor me ad istum gradum sapientiae non pervenisse,

che in italiano suonerebbe un po' come

nonostante tutto quel che ho espresso finora, non agirò astutamente, perchè ritengo di non essere giunto ad un tale grado di saggezza.

Io me la sono scritta in camera.
?


Poi c'è Planco, il quale, al centro di una digressione apre una meravigliosa parentesi in cui inserisce ciò:

Nihil enim me non salutariter cogitare scio,

ovvero

infatti so bene che per me e' piu' salutare non pensare nulla.

Della serie se scrivo cazzate non e' colpa mia.


Direi che torno a studiare, va.
?

Per chi volesse controllare, sono prese rispettivamente da Cic.Fam.XI28 e Cic.Fam.X24.
Si, lo so che non glene frega niente a nessuno.

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