Sono nove, non cinque. Ma per certi versi è la stessa cosa.
Ieri in facoltà mentre * diceva che pensa di non essere in grado di avere un rapporto stabile con una persona, io la invidiavo perchè ha con sè Bernardo, che ha 4 anni e va con lei ai concerti.
Anch'io ho me, come lei ha se stessa, come punto di riferimento.
Ma qualcosa fuori serve. Non posso moltiplicarmi e non posso dividermi.
.
[...]
.
A volte scrivo cose che sono davvero incomprensibili. Quando le rileggo e ci metto un po' a capire cosa avessi voluto dire, mi chiedo cosa mai possano capirci gli altri... niente, vero?
Se scrivo per me, non bado alla comprensibilità, non spiego nulla, uso riferimenti comprensibili solo a me. Purtroppo capita spesso che persino qui sopra io scriva solo per me.
Chissà che penserete di me.
Soprattutto chissà cosa pensano quelle tre persone che so che passano di qui, ma in silenzio. Qualcuno forse per pudore; qualcun'altro perchè crede che sapere della sua presenza mi farebbe censurare cose che non voglio si sappiano. Ma quello che non voglio si sappia non vengo certo a scriverlo qui; la carta l'hanno inventata tanto tempo fa, e si, depaupera la foresta, ma sta in un cassetto e si fa i cazzi suoi.
.
3 commenti:
Io penso che sei una disturbata, ne più, ne meno.
E di che disturbo?
Boh, non ho mai voluto approfondire la cosa.
Posta un commento