Tranquillo, ripasso.

Sono uscita a comprare le sigarette. Camel Light, da dieci, grazie. Uno e ottanta. Ehm. Scusa, mancano venti centesimi. Ok, me li dai domani.

Ora che ho i debiti anche col barista davanti casa, posso dire di aver bisogno di soldi.
Non avevo venti centesimi.... oh, è una stronzata, direte voi. A me invece è sembrata uno squillo di trombe che salutasse la nascita di un'idea giò concepita, e se la retorica non si spreca oltre, magari riesco pure a dire altre due parole a riguardo. Così me la fisso ben bene e non me la scordo.

Non posso fare una cosa alla volta, ho bisogno di prendermi cura contemporaneamente dei miei tre modi di approcciarmi col tempo. Quello che dice di prendersi il tempo per sè (acculturarsi, rilassarsi, esprimersi, relazionarsi), quello che vuole che lo si investa in azioni pratiche ed utili (studiare, lavorare, lavarsi e mangiare) e quello che invece mi dice di spendere tutto a sognare cose in parte per me, ed in parte utili. E invece ora il tempo me lo stanno aspirando, me lo lucidano con il detergente per il lavandino, poi lo grattano ben bene con la resa del Corriere dello Sport, e se ne rimane ancora qualcosa, basteranno un paio di parole di traverso per tagliarlo ben bene, affinchè non ne rimanga niente.
Mi do ancora una settimana, un po' di giorni in cui non penserò a questo, e finirò semplicemente di studiare; poi basta. Poi butterò un po' di preventivi in tavola, e se mi ascolteranno bene, se non mi capiranno via, sarà triste, ma andrà bene lo stesso. Stavolta ho un piano di riserva...