14 novembre 2007

Sara

I laid on a dune, I looked at the sky,
When the children were babies and played on the beach.

You came up behind me, I saw you go by,

You were always so close and still within reach.

Sara, Sara,
Whatever made you want to change your mind?

Sara, Sara,

So easy to look at, so hard to define.

I can still see them playin' with their pails in the sand,
They run to the water their buckets to fill.

I can still see the shells fallin' out of their hands

As they follow each other back up the hill.
Sara, Sara,
Sweet virgin angel, sweet love of my life,

Sara, Sara,

Radiant jewel, mystical wife.

Sleepin' in the woods by a fire in the night,
Drinkin' white rum in a Portugal bar,

Them playin' leapfrog and hearin' about Snow White,

You in the marketplace in Savanna-la-Mar.
Sara, Sara,
It's all so clear, I could never forget,

Sara, Sara,

Lovin' you is the one thing I'll never regret.

I can still hear the sounds of those Methodist bells,

I'd taken the cure and had just gotten through,
Stayin' up for days in the Chelsea Hotel,

Writin' "Sad-Eyed Lady of the Lowlands" for you.

Sara, Sara,

Wherever we travel we're never apart.

Sara, oh Sara,

Beautiful lady, so dear to my heart.
How did I meet you? I don't know.

A messenger sent me in a tropical storm.

You were there in the winter, moonlight on the snow

And on Lily Pond Lane when the weather was warm.

Sara, oh Sara,

Scorpio Sphinx in a calico dress,

Sara, Sara,

You must forgive me my unworthiness.
Now the beach is deserted except for some kelp
And a piece of an old ship that lies on the shore.

You always responded when I needed your help,

You gimme a map and a key to your door.
Sara, oh Sara,
Glamorous nymph with an arrow and bow,

Sara, oh Sara,

Don't ever leave me, don't ever go.



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Oggi la pioggia, svegliandomi col suo discreto battere sul tetto, mi ha dolcemente convinto a rimanere in casa. Malinconia e serenità si confondono senza che l'una prevalga sull'altra, ricordi e riflessioni nulla tolgono al rilassamento che mi sono imposta.
Ascolto questa canzone da questa mattina, e non solo per manìe di protagonismo. I miei genitori hanno derivato il mio nome dall'omonima di Venditti, ma io ho sempre, decisamente, preferito questa. Sono entrambe troppo romantiche, ma Bob Dylan ha un modo dignitoso di essere romantico e triste, molto meno melenso e ridicolo. E sarà che mi faccio suggestionare dal fatto che ripeta in continuazione il mio nome, come se qualcuno mi stesse chiamando, ma ogni volta mi sembra che si rivolga davvero a me... mi evoca i fantasmi di vecchi sensi di colpa, che ho sotterrati, ma non troppo in fondo. Quando ero piccola e le mie genuine illusioni venivano fatte proprie da chi non capiva che io ero solo un'ingenua fregatura. Quando promettevo i miei sogni, come se fossero reali, scambiando i bozzetti per quadri d'autore.
A ripensarci adesso mi sembra tutto molto irreale. Non conosco i meccanismi attraverso i quali ferisco le persone. Io sono sempre stata me stessa, ho sempre detto quello che pensavo e che sentivo. E' una colpa pensare cose sbagliate? E' una colpa cambiare idea? Razionalmente rispondo che forse non lo è, ma poi in colpa mi ci sento lo stesso, quindi cesso di pormi la domanda. O almeno ci provo, anche se in realtà resta latente in un angolo ed esce appena ne ha la scusa. E di scuse ne ha fine troppe, sembra che ci sia un discreto nucleo di persone che non aspetti altro che rinfacciare, rinfacciare, rinfacciare. I give you a map and a key to my door, se l'avete persa è poi colpa mia?

12 commenti:

vinci ha detto...

Ci sono tante belle immagini...

Sha ha detto...

mMm?

DancingPoet© ha detto...

La vera colpa non risiede nel commettere un errore, bensì nell'accettarli negandoci la possibilità di superare i nostri limiti. Tu accetti i tuoi errori dopo aver colto che sono effettivamente errori, non ti sforzi minimamente di diventare una persona migliore, accetti ogni tuo difetto giustifandone l'esistenza con "io sono fatta così". Questa, oltre ad essere una pratica poco costruttiva, è anche e soprattutto una colpa.

Gianclaudio.

DancingPoet© ha detto...

Scusa ma se ti rendi conto di ferire le persone e di essere egoista nonchè stronza, poi non puoi mica lamentarti del fatto che gli altri non possano fare a meno di rinfacciare, rinfacciare e rinfacciare.

Se ti rendi conto di essere stata una stronza assumiti le tue responsabilità e basta. Corbezzoli.

Gianclaudio.

Sha ha detto...

A DancingPoet©:

Perchè dici che non mi sforzo di diventare una persona migliore?
E perchè dici che giustifico tutto dicendo che "io sono fatta così"?
Non capisco quali elementi tu abbia per affermare ciò. Dove l'ho scritto?

Prendi atto del fatto che stavo semplicemente riflettendo e constatando per cavoli miei, non mi sembra di essermi lamentata di niente.
Credo che tu debba cercare di non scambiare ciò che scrivo qui per dichiarazioni compiute, perchè il più delle volte ci troverai, al contrario, pensieri estemporanei e in fieri.

DancingPoet© ha detto...

Dico ciò perchè è quello che penso di te, a me hai sempre dato l'impressione di essere così. Quelle mie parole sono solo conseguenza di ciò che hai scritto sul blog alla base delle cose che penso di te.

"Io sono sempre stata me stessa, ho sempre detto quello che pensavo e che sentivo. E' una colpa pensare cose sbagliate?"

Questo per me significa giustificarsi dicendo: io sono fatta così. Che poi è una cosa che hai sempre fatto, indipendentemente dallo scriverlo esplicitamente o meno. E' una colpa pensare cose sbagliate? No! Però è una colpa continuare a farle una volta aver capito di sbagliare! E tu lo hai sempre fatto, almeno quando ti conoscevo meglio io.

Alla fine mi è sembrato tu ti lamentassi del fatto che ci siano persone che rinfacciano, rinfacciano, rinfacciano. Ho scritto queste cose perchè trovo assurdo che una persona dichiari di essere stronza ed egoista e poi non ammetta nel contempo di avere delle colpe. Quando scrivi non scrivi mai "mea culpa", sono sempre gli altri che non ti capiscono o altro. Eh.


Mi sembrava un discorso troppo facile il tuo. Per questo ho scritto.

Gianclaudio.

Sha ha detto...

Il fatto è che tu analizzi criticamente delle parole che in realtà non vengono scelte per essere chiare.
Se io mi mettessi a commentare una frase come "Io sono sempre stata me stessa, ho sempre detto quello che pensavo e che sentivo. E' una colpa pensare cose sbagliate?", direi le stesse identiche cose che mi hai appena detto te.
Ma io quando scrivo così non rileggo mai dopo, non mi chiedo se ho espresso i miei concetti in un modo che risulti comprensibile anche agli altri. Raramente scrivo per questo.

Posso solo dirti che i tuoi ragionamenti sulle mie parole talvolta sono assolutamente impeccabili, ma, in qualche modo, sono fuor di contesto.

DancingPoet© ha detto...

Io non mi riferisco solo a una frase di questo messaggio, mi riferisco a un contesto ben più ampio che riguarda te, quello che so di te, quello che dici in generale, quello che dici a me, quello che talvolta so tu dici agli altri.

Anonimo ha detto...

La colpa più grande è credere di potersi migliorare.

Siamo come la plastica: una volta data la forma non si può modellare, al massimo si può limare...

Da "Lettere e Aforismi di Giorgio"

DancingPoet© ha detto...

Non è vero. Il lavoro su sè stessi esiste ed è lo strumento primario delle persone che vogliono iniziare a tendere a una qual si voglia forma di maturità. Inoltre, scrollandosi di dosso il terminologico, trovo molto grave la tua affermazione: definire addirittura "colpa più grande" la volontà di superare i propri limiti è un'azzardo abbastanza frustrante. E' la cosa verso cui dovremmo puntare tutti, pensarla come una colpa è davvero pessimo, oltre che assolutamente falso.

Anonimo ha detto...

Un conto è maturare, un altro è cambiare.

DancingPoet© ha detto...

Non ho mai parlato di dover cambiare, ho sempre e solo parlato di migliorarsi o superare i propri limiti. Tu sostieni che credere di potersi migliorare sia la colpa più grande, bè, "migliorare" non significa cambiare, migliorare è molto più vicino a maturare, quindi non ci vedo niente di così demoniaco, nè penso che credere di potersi migliorare sia la colpa più grande.