19 gennaio 2008

Amore.

C'è quel suo sguardo che, ogni volta, mi fa cadere.
Devo appogiarmi a qualcosa, lasciare che la sensazione scorra; poi riprendo a respirare normalmente, ma il mondo non sarà più lo stesso per alcuni giorni a seguire.
Il cielo diventa di lana, i minuti sono caramelle, l'ottimismo splende più del sole e ogni suo gesto mi sembrerà più eroico e romantico che se sconfigesse il drago del castello.
Poco contano promesse, problemi, assestamenti, paure, speranze... cazzate, parole rognose che durano meno del tempo necessario a pronunciarle. Saranno pure ragionamenti sensati, ma la logica difende il rapporto avvolgendolo nel filo spinato: per proteggere, ingabbia.
E invece i sentimenti devono fluire, liberi di espandersi e contrarsi, esplodere alla n e ritirarsi per un pò in un cantuccio, andare, tornare, anarchici si, ma con prudenza.







Piccola osservazione completamente out of topic:
ultimamente non ho più visitatori dall'Olanda.
Neanche uno che caschi qui per sbaglio.

C'è crisi, c'è grossa crisi.

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