Ho passato la notte guidando, attraversando Roma, persa tra i cartelli inesistenti. Le strade vuote, il cuppolone illuminato, poi i furgoni bianchi che scaricano casse al merato de fiori, i primi autobus e i poveri sfigati che di sabato mattina alle 6 stavano congelandosi alla fermata. Il cielo sempre più chiaro,tagliato dal treno che va nella mia stessa direzione, la luce che finalmente illumina strade via via più familiari.
Di dormire non se ne parla, per la seconda notte di fila. Vago per la casa vuota (qualche anno fa avrei detto libera), con la testa rallentata dal sonno e un vago senzo di responsabilità verso gli esami che mi aspettano a breve, brevissimo. Quello fin troppo facile e quello fin tropo difficile. Proprio come stare da soli, che è facile e difficile allo stesso tempo.
3 commenti:
questo tuo vagare è però molto simile a quello di chi non sta solo e che proprio per questo magari sentirebbe il bisogno di esserlo, di tanto in tanto. Il fatto è che a seconda dei momenti avremo bisogno di qualcuno o soltanto di noi stessi...ma questo mal si conciglia con le scelte che si fanno...in ogni caso: in bocca al lupo per l'esame, così parliamo di cose concrete :)
CREPI
ciao, bel blog, che ne diresti di uno scambio link?
www.gianlucapistore.com
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