Mi manca un incipit per questo post, ne ho cancellati già quattro. Strano, per me che scrivo sempre di getto.
C'è solo un cosa che mi ronza in testa, e finchè non la caccio non posso dormire, e se non dormo domani non mi alzo e perdo il treno e non vado a lezione e quindi mi tocca trovarla.
Tra qualche mese me ne vado in Spagna.
La cosa non mi desta preoccupazioni; non mi appartengono quei discorsi tipo"ci vuole coraggio per andarsene - ma non hai paura - e se ti trovi male - beata te che te la senti".
Sono così distanti da me, che non riesco neanche a capirli. Di cosa dovrei avere paura? Coraggio per fare cosa esattamente? E non mi sto vantando, anzi. A forza di sentirmi dire ste cose , me sento un po' un'incosciente, una di quelle che prende e parte e chissà dove va.
Vabbè, fico però.
A me la scelta di partire ha scatenato un altro tipo di pensiero fisso, anzi due.
Il primo è sulla lingua. Mi esercito mentalmente a tradurre ogni cosa che dico in spagnolo, per verificare se la so dire bene. E continuo a sognare un'altra me stessa che mi parla in spagnolo e io che ci rimango male perchè non capisco cosa dica. Sogno dalla difficilissima interpretazione. Sibillino, direi.
Il secondo pensiero fisso è su chi resta qui: amici, parenti, amanti e conoscenti.
C'è stato momento in cui, all'improvviso, ho preso consapevolezza che i miei rapporti con loro si sarebbero interrotti, perchè, nonostante la buona volontà e le tecnologie, la quotidianetà viene per forza meno quando si è all'estero.
Ed ho fatto mia questa insulsa banalità: i rapporti moribondi moriranno, ma quelli vivi e motivati trarranno nuovo vigore dalla difficoltà, e dopo saranno più belli di prima.
Amen e buonanotte.
Ricordando a tutti che queste banalità sono semplici da dire, ma farle proprie (con un vero percorso interno) è più difficile di quanto sembri. E non da' neanche soddisfazione, perchè uno arriva alla fine, racconta cosa è riuscito a capire/fare, e si sente rispondere " ma è ovvio, è banale".
Diffidate di chi adula le vostre banalità: o è un idiota o è un leccaculo.
Vi benedico tutti.
Ah, in particolare benedico tutti quelli che, anche se gli costa molto, mi hanno spinto a partire, per il mio bene. Grazie, perchè è da qui che si vede l'amore, quello vero, quello disinteressato.
Ed ora ite, missa est.
C'è solo un cosa che mi ronza in testa, e finchè non la caccio non posso dormire, e se non dormo domani non mi alzo e perdo il treno e non vado a lezione e quindi mi tocca trovarla.
Tra qualche mese me ne vado in Spagna.
La cosa non mi desta preoccupazioni; non mi appartengono quei discorsi tipo"ci vuole coraggio per andarsene - ma non hai paura - e se ti trovi male - beata te che te la senti".
Sono così distanti da me, che non riesco neanche a capirli. Di cosa dovrei avere paura? Coraggio per fare cosa esattamente? E non mi sto vantando, anzi. A forza di sentirmi dire ste cose , me sento un po' un'incosciente, una di quelle che prende e parte e chissà dove va.
Vabbè, fico però.
A me la scelta di partire ha scatenato un altro tipo di pensiero fisso, anzi due.
Il primo è sulla lingua. Mi esercito mentalmente a tradurre ogni cosa che dico in spagnolo, per verificare se la so dire bene. E continuo a sognare un'altra me stessa che mi parla in spagnolo e io che ci rimango male perchè non capisco cosa dica. Sogno dalla difficilissima interpretazione. Sibillino, direi.
Il secondo pensiero fisso è su chi resta qui: amici, parenti, amanti e conoscenti.
C'è stato momento in cui, all'improvviso, ho preso consapevolezza che i miei rapporti con loro si sarebbero interrotti, perchè, nonostante la buona volontà e le tecnologie, la quotidianetà viene per forza meno quando si è all'estero.
Ed ho fatto mia questa insulsa banalità: i rapporti moribondi moriranno, ma quelli vivi e motivati trarranno nuovo vigore dalla difficoltà, e dopo saranno più belli di prima.
Amen e buonanotte.
Ricordando a tutti che queste banalità sono semplici da dire, ma farle proprie (con un vero percorso interno) è più difficile di quanto sembri. E non da' neanche soddisfazione, perchè uno arriva alla fine, racconta cosa è riuscito a capire/fare, e si sente rispondere " ma è ovvio, è banale".
Diffidate di chi adula le vostre banalità: o è un idiota o è un leccaculo.
Vi benedico tutti.
Ah, in particolare benedico tutti quelli che, anche se gli costa molto, mi hanno spinto a partire, per il mio bene. Grazie, perchè è da qui che si vede l'amore, quello vero, quello disinteressato.
Ed ora ite, missa est.
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